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sant'antonino di firenze
di P. Gerardo Cioffari OP
Uno dei migliori frutti della corrente riformata dell’Ordine è certamente S. Antonino di Firenze[1]. Infatti, pur dovendo molto nella sua formazione al beato Giovanni Dominici, riuscì a scrollarsi di dosso l’esagerato antiumanesimo del maestro che lo metteva in guardia persino dalla lettura di S. Tommaso d’Aquino[2], sfociando in un sereno rapporto fra i consigli evangelici e la loro applicazione alla vita quotidiana.
Era priore a Cortona (eletto nel 1420) quando scrisse un “direttorio di vita”, presto noto come Confessionale. L’aspetto pratico come manuale di direzione delle coscienze specie dal punto di vista dei casi morali, diede a questo libro un successo straordinario[3]. Basti dire che lo apprezzarono anche i domenicani, come Raffaele de Pornassio, che appartenevano alla corrente avversa dei conventuali. Da quel momento i suoi talenti furono talmente apprezzati che molti conventi della congregazione di Lombardia lo elessero priore.
Era stato appena eletto priore di S. Marco a Firenze (1439), quando diede ospitalità ai teologi domenicani qui venuti per il concilio unionistico, mentre il Beato Angelico ne affrescava le sale. E pare che il grande artista accogliesse di buon grado i consigli del suo priore che, a differenza del Dominici, era “ben lungi dal divenire un nemico della scienza”[4]. In questo periodo portò a termine una Somma di morale e il Chronicon. Quest’ultima opera, nota anche come Historiarum opus era divisa in 24 capitoli, e costituiva una sorta di abbondanti recensioni delle migliori opere storiche del suo tempo. Compilativa e carente dal punto di vista critico era la storia antica, più interessante invece quella a lui contemporanea, anche perché con parecchi dei protagonisti ebbe personalmente a che fare. E forse fu per questo che l’opera ebbe numerose edizioni a partire dal 1474.
La mancanza di una rigorosa preparazione filosofica è la causa del carattere compilativo anche della sua Summa Theologica che è una vera e propria risistemazione della morale in quattro parti, secondo questo ordine:
- In 20 titoli si tratta dell’anima e delle sue facoltà, delle passioni, il peccato, la legge.
- In 12 titoli studia i peccati capitali, la restituzione, i voti e l’infedeltà.
- In 32 titoli affronta la questione delle differenze sociali, degli stati religiosi ed ecclesiastici, la scomunica e le censure, Dio, il Cristo e i santi, il purgatorio
- In 16 titoli parla delle virtù morali e delle cardinali, la grazia e i doni dello Spirito Santo.
Quanto quest’ultimo tema stesse a cuore ad Antonino è dimostrato dal fatto che compose ben quattro trattati, vale a dire la Summa confessionis (il potere del confessore e la scomunica, modo d’interrogare sui comandamenti e sui sette peccati capitali, la restituzione), nota anche come Defecerunt (dalla prima parola del prologo), l’ Interrogatorio sopra la confessione (noto anche come Defecerunt volgare, essendo una libera traduzione del precedente), il Confessionale volgare intitolato Medicina de la anima, ed infine Confessionale volgare: Omnis mortalium cura, noto anche come Specchio di coscienza.
Molto nota è anche l’Opera a ben vivere…con altri ammaestramenti, un trattato di vita cristiana scritto per Dianora de Soderini. Mentre per la vedova di Lorenzo de’ Medici scrisse la Regola di vita cristiana. Molte delle sue 24 lettere spirituali sono indirizzate a Diodata degli Adimari.
[1] Nato a Firenze nel 1389 Antonino Pierozzi sentì nascere la sua vocazione domenicana all’ascolto del noto predicatore e riformatore Giovanni Dominici. Dopo il noviziato a Cortona (1405) sotto la guida del beato Lorenzo da Ripafratta, fu assegnato al convento di Fiesole. Nel 1409, a seguito della scelta del governo fiorentino di aderire al concilio di Pisa, mettendo così fuorilegge le due precedenti obbedienze, con gli altri domenicani di Fiesole (col Dominici fedeli a Gregorio XII) si rifugiò a Foligno. Era priore a Cortona (1420) quando gli arrise il successo con lo scritto Confessionale, che fu tanto apprezzato che molti conventi della Provincia Lombarda lo vollero priore. Ed in tale veste lo si ritrova alla Minerva di Roma, a S. Pietro Martire a Napoli, come pure a Gaeta e Siena. Nel 1433 divenne vicario generale della congregazione lombarda riformata. Nel 1436 ottenne da Cosma e Lorenzo dei Medici il convento di S. Marco di Firenze, di cui fu anche priore (1439-1444). Era vicario della congregazione toscana quando il papa Eugenio IV lo nominò arcivescovo di Firenze (marzo 1446). Cominciava così un periodo diverso della sua vita, quello del pastore tutto dedito al suo gregge, sia dal punto di vista materiale (assistenza ai poveri) che spirituale (visita a chiese e riforma morale del clero). Le sue quaresime erano improntate al tentativo di scuotere il clero e suscitare il riconoscimento dei propri peccati in vista di una salutare penitenza. Ma, nonostante questo suo impegno per la riforma del clero, non poté evitare l’impegno civico, come alcune ambascerie a nome del popolo fiorentino, presso il papa Callisto III (1455), e presso Pio II (1458). Ancora vivo fu chiamato Antonino dei consigli. Morì il 2 maggio 1459, e fu canonizzato il 31 maggio 1523. Cfr. R. Morçay, Saint Antonin fondateur du couvent de Saint Marc, archevêque de Florence (1389-1459), Paris et Tours, s.d. (ma 1914) ; Raymond Creytens, Les cas de conscience soumis à S. Antonin de Florence par Dominique de Catalogne o.p., AFP, XXVIII (1958), pp. 149-220 ; ID., Les « Consilia » de S. Antonin de Florence, in AFPXXXVII (1967), pp. 263-342 ; M. M. Gorce, Antonin (Saint), in Dictionnaire de Spiritualité, vol. I, Paris 1937, col. 725-726; Mandonnet, Antonin (Saint), in DTC, I, Paris 1909, col. 1450-1454; Lettere di Sant’Antonino, arcivescovo di Firenze, precedute dalla sua Vita scritta da Vespasiano fiorentino, Firenze 1859; Giuseppe Tinalli, S. Antonino, arcivescovo di Firenze, Firenze 1923; buona la sintesi della Bibliotheca Sanctorum, s.v.
[2] Cfr. R. Morçay, Saint Antonin fondateur du couvent de Saint Marc, archevêque de Florence, Paris et Tours, s.d. (ma 1914) ; Gorce, Antonin, cit., col. 725.
[3] Il Morçay riferisce che frequentemente in appendice al Confessionale venivano stampate anche le Responsiones a Domenico di Catalogna, anch’esse brevi e chiare (in forma catechistica). Vedi Saint Antonin, cit., pp. 95, 412. Vedi le edizioni di Venezia 1497, 1499, Brescia 1500, Lyon 1502. Si noti che alle 69 Responsiones note ed edite più volte, il Creytens ne ha pubblicate altre 31 Responsiones o Decisiones breves sinora inedite (AFP XXVIII).
[4] Gorce, Antonin, cit., col. 725.
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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